Autore: Redazione

  • Fradiavolo prepara l’esordio in Francia insieme a Giraudi Group

    Fradiavolo prepara l’esordio in Francia insieme a Giraudi Group

    Fradiavolo, la catena di pizzerie che dallo scorso anno appartiene al portafoglio di Alto Partners Sgr, è pronta all’esordio in Francia.

    La società ha stretto un accordo con Giraudi Group, il gruppo di hospitality e ristorazione, fondato dall’imprenditore Riccardo Giraudi.

    Il gruppo, con sede sociale a Montecarlo, comprende diversi brand fra cui il noto Beefbar (presente in 25 Paesi), marchio di bar e ristorazione di fascia alta, particolarmente apprezzato per i tagli pregiati di carne.

    L’accordo assegna a Giraudi il diritto di sviluppare in esclusiva in Francia le pizzerie Fradiavolo, con la prima aperture prevista nella seconda metà del 2025. Non è stata ancora svelata la location.

    Fradiavolo attualmente è un brand con oltre trenta pizzerie in Italia, tra Piemonte, Lombardia, Lazio, Emilia Romagna, Liguria, Sardegna.

    All’estero, conta già su un ristorante negli Stati Uniti a Miami, la cui apertura era stata annunciata all’inizio dell’anno scorso, in collaborazione con due imprenditori italiani, le famiglie Lo Monaco e Riorda, proprietarie del ristorante dōma.

    Dopo il passaggio di proprietà ad Alto Partners, alla guida operativa di Fradiavolo restano i due fondatori, il presidente Mauro D’Errico e il Ceo Gianluca Lotta.

  • Spoon Brands e Cirfood, al via la jv per Antica Focacceria S. Francesco. In arrivo uno spin-off quick service

    Spoon Brands e Cirfood, al via la jv per Antica Focacceria S. Francesco. In arrivo uno spin-off quick service

    Sarà una joint venture formata da Cirfood Retail e Spoon Brands a proseguire lo sviluppo in Italia e all’estero di Antica Focacceria San Francesco.

    Cirfood Retail, dunque, cede la maggioranza dello storico marchio. La joint venture sarà controllata con una quota del 60% da Spoon Brands, labasket company facente parte di Spoon Holding, che in Italia detiene anche la società licenziataria di KFC e la maggioranza del brand neonato Milos Greek Food. Il 40% resta in capo al gruppo di Reggio Emilia.

    “La scelta del partner è legata al carattere finanziario e soprattutto industriale del nuovo socio, con il quale vogliamo inaugurare una nuova pagina della storia di Antica Focacceria S. Francesco, più contemporanea, anche nelle formule più fast, adatte ai contesti più commerciali” ha affermato Leopoldo Resta, AD di CIRFOOD Retail.

    “L’obiettivo di Spoon Brands è quello di sviluppare in Italia e all’estero marchi storici del food retail con grande potenziale di crescita e forte identità. Antica Focacceria S. Francesco, con la sua storia che risale al 1834 e un posizionamento unico nel panorama dello street food regionale italiano, rappresenta una piattaforma sulla quale costruire un progetto ambizioso” ha affermato Marco Beretta, amministratore di Spoon Brands.

    Oltre al tradizionale formato di casual dining che caratterizza Antica Focacceria S. Francesco, è previsto lo sviluppo di un nuovo format QSR, focalizzato sull’esperienza dello Street Food siciliano.

    Ma le novità per Spoon Brands non terminano qui. A breve dovrebbe essere svelato l’ingresso nel portafoglio dei format anche una nota catene di pizzerie. E così la neonata brand basket company comincerebbe davvero a fare sul serio.

  • Chipotle giù, Domino’s su. Cosa ci insegna l’estate calda delle catene Usa

    Chipotle giù, Domino’s su. Cosa ci insegna l’estate calda delle catene Usa

    Giovedì 24 luglio, le azioni di Chipotle, negli Usa, sono arrivate a perdere oltre il 12% in un solo giorno.

    La catena di cibo messicana ha pubblicato una trimestrale deludente, relativa al periodo aprile-giugno 2025, con un calo delle vendite comparabili (cioè al netto delle nuove aperture) del 4%, dopo che già nel precedente trimestre erano scivolate dello 0,4%.

    Ed è calato anche il traffico di persone nei ristoranti, a -4,9%. Così la società ha dovuto rivedere, ovviamente al ribasso, le previsioni di fine anno.

    C’è molta attesa per la pubblicazione della seconda trimestrale dei big del fast food, che arriveranno ad agosto (il 6 agosto McDonald’s, il 7 agosto Restaurant Brands International, l’8 Wendy’s per citarne alcuni).

    McDonald’s, con la prima trimestrale, aveva registrato un calo del -3,6% come vendite a parità di perimetro. E il titolo è sempre in altalena, da inizio anno. Benché, come mostra il grafico, sul lungo periodo si riveli un investimento vincente. Ma quel che interessa, più che la finanza, è l’attitudine dei consumatori.

    Domino’s e Chili’s: le adv vanno oltre il super sconto

    Nello stesso contesto, ci sono catene che invece hanno diffuso ottimi dati, con la seconda trimestrale. Una di queste è Domino’s pizza, che al contrario ha visto salire del 3,4% le vendite comparabili. Oppure c’è Chili’s, una catena che mostra lo stesso dato positivo da quattro trimestri di fila.

    Secondo molti osservatori, i fast food tradizionali, da McDonald’s a Burger King passando per KFC, da oltre un anno solleticano i clienti con menu super scontati. Offerte entry level da pochi dollari, ma anche da poco cibo, che servono ad andare incontro al calo del potere d’acquisto dei consumatori.

    Quel che emerge, però, è che il consumatore non sempre paga qualcosa che non desidera, solo perché costa poco. Piuttosto, rinuncia e mangia a casa. Mentre invece, è disposto a spendere qualcosa in più, a fronte di un’esperienza diversa.

    Domino’s, durante la discussione dei dati, ha affermato di aver incrementato le vendite su tutte le fasce di reddito, comprese le più basse. La sua proposta, più cara del fast food, evidentemente dà la sensazione di una vera cena fuori. Non a caso, l’azienda aveva creato una campagna pubblicitaria anti “shrinkflation” per far vedere al consumatore che la sua pizza, pur rincarata, almeno non si era ridotta. E anzi, l’offerta era per una pizza più grande allo stesso prezzo. Non per un prezzo stracciato e meno prodotto.

    Un’altra attività di marketing discussa è quella di Chili’s (gruppo Brinker), anche questo non un fast food, ma un casual dining. Il marchio prende di mira piuttosto apertamente McDonald’s, per esempio offrendo prodotti simili ad alcuni evergreen di Bic Mac, a partire dal famoso “quarter pound”.

    Nelle promozioni, però, non dice che il suo prodotto costa meno, al contrario. Sottolinea come, per pochi dollari in più, la proposta sia vantaggiosa, come quantità, qualità ed esperienza al ristorante. Ecco il concetto di value for money. E pare che finora stia funzionando.

    I paragoni con mercati distanti ed enormi, come quello americano, possono essere fuorvianti. Ma senz’altro forniscono spunti utili per cercare di interpretare le abitudini di consumo, anche a casa nostra.